Putin non si può candidare? Sarà premier...
Vladimir Putin sta per finire i due mandati da presidente russo e non potrà presentarsi per la terza elezione. Ma non ne vuole sapere di andare in pensione e pensa al passaggio a premier con un presidente fantoccio. Una specie di strategia Gentilini: l'ex sindaco di Treviso è ora vicesindaco, ma in sostanza comanda ancora lui.
Putin ha annunciato che sarà capolista per Russia Unita nell'imminente corsa elettorale per il rinnovo della Duma (2 dicembre). E la fazione con l'asso nella manica presidenziale punta a due terzi della camera bassa del parlamento, ossia a una maggioranza schiacciante che darebbe mano libera per eventuali riforme costituzionali. Il leader del Cremlino ha aperto anche alla possibilità di un suo prossimo premierato, dopo la scadenza del suo secondo e ultimo mandato: «È una proposta assolutamente realistica», ha affermato Putin, aggiungendo: «È un po' presto» per parlarne. In ogni caso, ha precisato che guiderebbe il governo nel 2008 soltanto a due condizioni: vittoria a dicembre di Russia Unita e uomo giusto al Cremlino: una persona «a posto, efficiente, al passo con i tempi».
Delineato l'identikit del suo successore e accettata «con gratidudine» la proposta per la corsa alla Duma, Putin si concede, ma fino a un certo punto a Russia Unita. «Benchè io sia uno dei fondatori, come la stragrande maggioranza dei cittadini del Paese, sono "indipendente" e questo status lo vorrei mantenere», chiarendo che la sua iscrizione al partito non è prevista. Come anche non è previsto da Putin «alcun cambiamento della Costituzione in virtù di un singolo individuo», ossia Putin stesso, il cui secondo mandato presidenziale è in scadenza a marzo e non è rinnovabile.
Ma l'obiettivo 300 seggi nell'emiciclo potrebbe permettere più agevolmente una riforma della Carta Fondamentale. In questo senso le ipotesi si moltiplicano e l'imprevedibilità di Putin lascia aperta ogni strada. Molti dei suoi sostenitori più fedeli hanno chiesto a gran voce un allungamento del mandato a 7 anni. O l'apertura al terzo mandato consecutivo. Oppure si potrebbe profilare l'ipotesi di un alleggerimento dei poteri presidenziali, a fronte di premier - o capo di governo che sia - vicino al modello britannico. O a quello italiano, ma con la piena governabilità garantita proprio dalla forte maggioranza in parlamento.
La decisione odierna va comunque considerata nella prospettiva delle future elezioni presidenziali, dice a Ria Novosti il politologo Gleb Pavlovsky. «Tutto il potere esecutivo deve essere considerato in relazione alla posizione di Putin: questa è la soluzione del problema della continuità».